Il Baule Di Totò 

 

Su Totò tutto è stato scritto, riportato e presentato con ogni ricchezza di particolari.

I mezzi d’informazione, pubblicazioni editoriali ed istituzioni varie hanno divulgato ogni cosa a Lui riferita.

Non tutti sanno, però, che un oggetto a cui Totò era molto legato per molteplici motivi affettivi è il suo baule teatrale, che fu dato prima in custodia ed in seguito donato da Totò stesso ad Eduardo Clemente, suo cugino e segretario che gli fu vicino dal 1950 al 1967, anno della scomparsa e che tuttora è gelosamente conservato dal figlio Federico. 

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Molto della sua lunga e ricca "vita artistica" era lì racchiuso poichè nel "suo" baule teneva riposto il primo frack a coda di rondine, logoro e consumato che era del nonno paterno (thight com'era solito denominarlo), indossato agli inizi della carriera, corredato di gilet e camicia, la stringa per scarpe usata a mo' di papillon, i pantaloni a "zompa-fosso" e la bombetta nera, divenuta poi a pieno titolo simbolo della comicità italiana e che indubbiamente aveva impresso un'identità precisa alla "maschera" di Totò, fino al costume sfarzoso e grottesco del personaggio di "Otello" interpretato nella sua ultima rivista  "A prescindere", (la rivista, suo vero e nostalgico "amore teatrale") e che indossava in scena durante la rappresentazione quando nel 1956 fu colpito da cecità al teatro "Politeama" di Palermo.

Oggetti per il trucco, lo specchio da tavolo con il proprio nome scritto di persona sul retro di legno, lo spartano coperchio di barattolo per prodotto da trucco usato poi come contenitore per il farde, l'incerata telata di colore verde che stendeva sul tavolino, l'appariscente ferro di cavallo con nastrino di raso rosso tenuto in bella mostra in camerino in ossequio ad un rituale tipicamente partenopeo, erano riposti con religiosa cura, pronti per essere usati per la successiva "liturgia" artistica.

 



 

Il piumetto lanciatogli sul palco da un bersagliere del 3° Reggimento alla fine di una sua rivista ed in seguito applicato alla bombetta al momento della passerella finale, dovette significare per lui un momento di tenerezza e per questo il posto più idoneo per conservarlo era proprio lì, nel baule come pure i cappelli goliardici che universitari di varie città d'Italia dove erano rappresentate le sue riviste gli donavano lanciandoli in scena, era sempre lì e quale posto migliore per conservare il centrino che un gruppo di detenuti gli donò?   Sempre nel baule!


- Francesco Granatiero (2020) Vignetta satirica "Io, 'o baule e tu" raffigurante il principe Antonio De Curtis in arte Totò e Federico Clemente

 

Baule personale di scena:

Documentario "Il Baule di Totò", realizzato da Gianni Turco

La camiciola a strisce bianche e rosse con lo scollo a "barchetta" e la papalina multicolorata indossata nel film "Totò a colori" nel ruolo dell'eccentrico esistenzialista avranno trovato posto nel baule poichè usati in occasione del primo film a colori italiano e quindi legati ad un evento eccezionale.

Anche il simbolo che gli attesta la discendenza nobiliare è conservato con intimo e sommesso orgoglio in una scatola verde, testimoniandone il valore che Totò' ad essa attribuiva.
La copia del Santo Vangelo che sempre portava con sè, dichiara la sua natura di credente anche se poco praticante.

Fra i tanti cappelli usati in vari momenti artistici, ne conservava nel baule quelli di film come "Guardie e ladri", "I soliti ignoti", "La legge è legge" (lo stesso cappello è stato indossato nei suddetti film e la falda risulta ridotta a colpi di forbici) e la paglietta di "Uccellacci e uccellini", facendo chiaramente intendere il personale suo giudizio riferito a "lavori" riconosciuti poi dalla critica e dal pubblico come capolavori autentici.

Il "BAULE PERSONALE DI SCENA DI TOTO’" è stato presentato nella mostra antologica, organizzata dall’Ente Autonomo "ANTONIO DE CURTIS" di Bellizzi (SA) con i patrocini della:

- Presidenza del Consiglio dei Ministri

- Dipartimento Generale dello Spettacolo

- Regione Campania – Assessorato Istruzione e Cultura

- Assessorato Turismo e Spettacolo del Comune di Napoli

- Provincia di Salerno

- Fondazione Scuola Nazionale di Cinema

- Ente Teatrale Italiano

- Accademia di Belle Arti di Napoli

La mostra è stata curata da Orio Caldiron, allestita da Tony Stefanucci e presentata in anteprima al teatro "Politeama" di Napoli il 15 febbraio 1998 (centenario della nascita di TOTO’) abbinata per l’occasione alla commedia di Eduardo Scarpetta "Il medico dei pazzi" con la regia, direzione artistica ed interpretazione di Aldo Giuffrè.

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Fino ad oggi è stata allestita in molte città italiane e tra le varie esposizioni vanno segnalate:

-25/26 aprile 1998 – Palazzo Marchesale "Chieppa" – Andria (BA)


 


-10/11 ottobre - Teatro "Garofalo" - Battipaglia (SA) in occasione della VIII° edizione del "Premio TOTO’" (che annualmente l’Ente Autonomo "ANTONIO DE CURTIS" organizza assegnandolo a personalità del mondo della cultura e dello spettacolo) e nella circostanza presentato da Piero Marrazzo e conferito a Lello Arena, Vittorio Marsiglia, Vincenzo Salemme, Angelo Antonucci, Antonio Ghirelli e Giancarlo Governi.

-7/8 novembre 1998 – Teatro "Giacosa" - Alessandria

-10-11-12-13-14-15 novembre 1998 – Teatro "Della Pergola" – Firenze

-18/19 dicembre 1998 – Teatro Comunale – Cento (FE)

-29/30 settembre - 1 ottobre 2006 Chiostro Del Convento - Montecorvino Pugliano (SA)

-6/7/8/9/10 maggio 2007 CASTELLO DE' MEDICI - OTTAVIANO (NA)

-7/8/9 aprile 2007 Salone Margherita - Napoli

-dal 29 gennaio al 17 febbraio 2008 TEATRO "TOTO'" NAPOLI In occasione dei 110 anni della nascita di Totò abbinato allo spettacolo "TOTO' 110 e lode" presentato dall'Ente Autonomo "Antonio de Curtis" con Angela Luce - Vito Cesaro e Antonino Miele con la regia di Vito Molinari.

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Nel baule è conservato, tra l’altro, quanto di seguito descritto:

1. Costume originale ispirato al burattino "PINOCCHIO" che TOTO’ interpretò nel 1942 nella rivista di Michele Galdieri "VOLUMINEIDE" con Anna Magnani e poi indossato nel 1952 nel primo film a colori italiano "TOTO’ A COLORI" per la regia di Steno. Attualmente il suddetto costume è esposto nel "Museo dell’attore napoletano" a Napoli

2. Costume originale ispirato al personaggio "OTELLO", completo di parrucca e borsetta che TOTO’ interpretò nella sua ultima rivista di Nelli e Mangini "A PRESCINDERE" nel 1956 e che indossava in scena quando divenne cieco.

 

Bombetta da "guida non autorizzata" usata nella trasmissione televisiva "Totò a Napoli" Bombetta, guanti e calzascarpe, usati da Totò nella trasmissione televisiva "Studio uno" con Mina nel 1966
Oggetti per il trucco contenuti nel baule teatrale di Totò

3. Tre bombette usate da TOTO’in vari momenti della Sua carriera e tra queste la più amata da TOTO’ stesso.

4. Cappello originale indossato da TOTO’ nel film "GUARDIE E LADRI" con Aldo Fabrizi ed Aldo Giuffré per la regia di Steno e Mario Monicelli del 1951, "LA BANDA DEGLI ONESTI" per la regia di Camillo Mastrocinquedel 1956, "I SOLITI IGNOTI" con Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni diretto da Mario Monicelli, "LA LEGGE E’ LEGGE" con Fernandel per la regia di Christian Jaque del 1958 e in molti altri.

5. Paglietta originale indossata da TOTO’ nel film di Pierpaolo Pasolini "UCCELLACCI E UCCELLINI" nel 1966.

6. Tre frack (tra cui il primo usato da TOTO’ all’inizio della carriera e che era del nonno) indossati in riviste, film ed apparizioni televisive tra cui "STUDIO UNO" con Mina nel 1966 e nella serie "TUTTOTOTO’" per la regia di Daniele D’Anza nel 1967.

7. Copioni originali di film tra cui "PINOCCHIO 70" (PROPOSTE PER UN PINOCCHIO) con la sceneggiatura di Carmelo Bene e Nelo Risi del 1966 (mai girato) e l’ultimo girato da TOTO’ nel 1967 (anno della Sua scomparsa) e che non ebbe modo di terminarne le riprese "IL PADRE DI FAMIGLIA" per la regia di Nanni Loy.

 

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Il "BAULE PERSONALE DI SCENA DI TOTO’" rappresenta in assoluto una reale preziosa rarità poiché mai è stato presentato al grande pubblico prima di tale circostanza.

Nel 1981 la RAI ha realizzato per la rubrica "GULLIVER" un servizio giornalistico curato da Antonio Lubrano dal titolo "LE ORIGINI DI TOTO’" in cui è stata documentata in esclusiva la riapertura del BAULE dopo la Sua scomparsa.

Successivamente nel 1983 Vincenzo Mollica lo ha proposto con ricchezza d’immagini nel libro "TOTO’" (Lato Side Editori – Roma) riportando anche un’intervista ad Eduardo Clemente, cugino e segretario di TOTO’.

E’ stato presentato nelle rubriche televisive "VERISSIMO" (CANALE 5 - 13/2/98), "PRIMADITUTTO" (RAI UNO - 8/4/98) e nella trasmissione di Maurizio Costanzo "BUONA DOMENICA" (CANALE 5 - 2 aprile 2000).



Nel baule di Totò si trovano tutti insieme disordinatamente i frammenti della sua biografia privata e dellea sua straordinaria avventura artistica.

I costumi di scena e la scatola del trucco, il nécessarie per cucire con il fondotinta Hollywood Extra e la scatola delle amate Tourmac Rouge con naso finto, baffi e barba, le foto di famiglia e i pennacchi da bersagliere per il gran finale in passarella, l'attestato della consulta araldica e la camicia avorio con lo stemma imperiale, il ferro di cavallo portafortuna e il guanto di Studio Uno, il prontuario di citazioni latine Regulae Juris e il tascabile con i tre testi di Zavattini da Parliamo tanto di me a I poveri sono matti e Io sono il diavolo, la pergamena di laurea attribuitagli dagli ammiratori napoletani e la raccolta di firme degli italiani all'estero.

 

Nell'anniversario del Centenario della nascita, la mostra ricostruisce attraverso fotografie, documenti e locandine la straordinaria avventura teatrale dalla fine degli anni dieci agli anni sessanta e ha visto una complessa e stratificata evoluzione dello spettacolo italiano dal teatro di varietà all'avanpettacolo, dal cinema degli anni trenta al cinema italiano del dopoguerra.

I percorsi attraverso cui si ricompone la sua immagine di artista e di uomo sono scanditi dalle gigantografie di altrettanti momenti della vita e della carriera.

La Via Santa Maria Antesecula dove è nato. La folgorante apparizione teatrale dei Tre moschettieri. L'incontro con Anna Magnani all'epoca delle riviste di Galdieri. Il piccolo ladro di Guardie e ladri inseguito da Fabrizi.

Il mitico sketch del vagone letto. Il pazzariello di L'Oro di Napoli. Il padre e il figlio di Uccellacci e uccellini. Le ultime apparizioni televisive.

Prende corpo il sogno di Totò, riappare in tight, bombetta e pantaloni a saltafosso come nei suoi esordi, nelle vesti di Pinocchio, la marionetta disarticolata di Con un palmo di naso e Totò a colori, nello sgargiante costume di Otello nell'ultima rivista A prescindere, nella divisa del Comandante.

 

 

 

Scatola contenente il necessario per riparazioni sartoriali; scatola di sigarette Turmac contenenti filo e varie
Occhiali da forte ingrandimento con lenti speciali; scarpe usate nel film Totò al giro d'Italia Il Vangelo e oggetti vari contenuti nel baule

Antonio De Curtis si rivela o si nasconde? Nelle sue creazioni, sogna anche lui di essere Totò: "Sono un signore napoletano abbastanza triste che sogna di essere Totò". Nessuno più di Totò ci ha dato l'impressione di essere altrove, il principe di un paese misterioso, il contrabbandiere che attraversa le frontiere proibite, il grande clown che introduce nella coerenza dell'ordine stabilito la forza dell'incongruo.

 

Straordinaria incarnazione della sua metafisica della commedia italiana, è l'unico in grado di sterzare nell'astratto, aereo, geometrico sketch di Pinocchio: "Siamo tutti burattini/Senza limiti di età/Burattini burattini/Burattini in libertà".

Orio Caldiron


 

" Dal Baule di Totò"

Questo è il titolo della Mostra che abbiamo voluto in occasione delle celebrazioni del Centenario della nascita di Totò. Dopo dieci anni di attento e scrupoloso lavoro di ricerca, L'Ente De Curtis, ha riportato alla luce il prezioso cimelio, grazie alla cortese disponibilità del sig. Federico Clemente, geloso custode del Baule, e avvalendosi della preziosa collaborazione di Aldo Giuffrè, Orio Caldiron, e Tony Stefanucci è riuscito a dar vita ad un importante e significativo evento.

Buon compleanno Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Commeno De Curtis, Conte Palatino, Cavaliere del Sacro Romano Impero: per noi semplicemente: TOTO'

                                                 Vito Cesaro                                                                Antonino Miele

 

Per gentile concessione, si ringrazia Federico Clemente

 

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