L'oro di Napoli

 

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Film in B/N durata 130 min.  -   Incasso Lit. 735.000.000  (valore attuale € 19.111.570,25)  Spettatori 5.241.000   Video-clip 43 sec. 

"L'oro di Napoli" 1954 di Vittorio De Sica. Soggetto: dal racconto Trent'anni diconsi trenta di Giuseppe Marotta raccolti nel volume L'oro di Napoli 1947; Sceneggiatura: Vittorio De Sica, Cesare Zavattini, Giuseppe Marotta. Produttore Dino De Laurentiis e Carlo Ponti, Direttore della fotografia Carlo Montuori, Musiche Alessandro Cicognini, Montaggio Eraldo Da Roma, Sceneggiatore Gastone Medin e Virgilio Marchi, Direttore di produzione Nino Milano, Aiuto regista Luisa Alessandri e Franco Montemurro, Fonico Bruno Brunacci.

Nell'episodio con Totò, Il Guappo interpreti: Totò (Don Saverio), Lianella Carrel (sua moglie), Pasquale Cennamo (don Carmine il guappo), Agostino Salvietti (il salumiere), Nino Vingelli (un guappo).

Altri interpreti negli altri episodi: Alberto Farnese, Aldo Biancoli, Eduardo De Filippo, Erno Crisa, Fabrizio La Rocca, Giacomo Furia, Gianni Crosio, Gigi Reder, Giovanni Francese, Giuseppe Jodice, Irene Montaldo, Lars  Borgström, Lianella Carell, Luciano Rondinella, Mario Passante, Nino Imparato, Nino Vingelli, Paolo Stoppa, Pasquale  Tartaro, Piero Bilancioni, Rosetta Dei, Silvana Mangano, Sophia Loren, Tecla Scarano, Teresa De Vita, Tina Pica, Ubaldo Maestri, Vittorio, De Sica.

Trama: I° episodio: Il guappo. Don Saverio (Totò) fa "il pazzariello" di mestiere, e un povero diavolo con numerosi figli, tiranneggiato da Don Carmine che da dieci anni abita, di prepotenza in casa sua. Un giorno Don Carmine si ammala e finalmente Saverio trova il coraggio di buttarlo fuori di casa. Il medico si era sbagliato e Don Carmine ritorna, ma dove tutta la famiglia unita e compatta nel rivoltarglisi contro e ribellarsi. Don Carmine finalmente comprende e se ne va per sempre. Nel secondo episodio Pizze a credito, al rione Materdei, la procace pizzaiola Sofia perde un anello di smeraldo; beffando il marito, recupererà il gioiello facendogli credere di averlo perso nell'impasto della pizza. Nel terzo episodio Funeralino un corteo funebre segue il carro che trasporta il corpo di un bambino per le vie di Napoli. Quando la giovane mamma lancia dei confetti verso la bara, i compagni di scuola del bimbo si precipitano a raccoglierli creando scompiglio. Nel quarto episodio I Giocatori il conte Prospero, che si è rovinato col gioco delle carte e non riceve più un soldo dalla moglie, trova nel figlioletto del portiere l'avversario con cui imbastire assurde partite, che perde regolarmente. Nel quinto episodio Teresa Don Nicola, responsabile della morte della sua donna, che si suicidata, accetta per punirsi di sposare Teresa, una prostituta. Quando dopo il matrimonio la ragazza scopre l'imbroglio, fugge via sdegnata, poi, giunta in strada, ci ripensa. Nel sesto episodio Il professore Don Ersilio Miccio, in veste di "venditore di saggezza". elargisce gratuitamente consigli a tutti. A coloro che si lamentano delle prepotenze di un anziano duca, l'uomo consiglia un fragoroso "pernacchio ".  Premi: Nastro d'Argento per l'attrice protagonista a Silvana Mangano e per l'attore non protagonista a Paolo Stoppa.

Plot english version: I ° episode: The choleric. Don Saverio (Totò) is the "pazzariello" of trade, and a poor devil with many children, bullied by Don Carmine lives for ten years, of arrogance in his house. One day Don Carmine Xavier falls ill and eventually finds the courage to throw him out of the house. The doctor was wrong and Don Carmine returns, but where the whole family united and compact in revolt and rebel against him. Don Carmine finally understands and goes away forever. In the second episode pizza on credit, the district Materdei, the busty pizzaiola Sofia loses a ring of emerald mock her husband, recover the jewel into believing that he had lost the pizza dough. In the third episode Funeralino a funeral procession following the wagon carrying the body of a child through the streets of Naples. When the young mother of launching confetti into the coffin, the child's classmates rushed to pick them up, creating havoc. In the fourth episode Players Count Prospero, who has ruined his game of cards and does not receive a penny from his wife, son found in the Port opponent with whom baste absurd games, losing regularly. In the fifth episode Teresa Don Nicholas, responsible for the death of his wife, who committed suicide, to punish himself agrees to marry Teresa, a prostitute. When after the marriage she discovers the deception, he runs away angry, then come into the street, reconsiders. In the sixth episode Professor Don Ersilio Miccio, as a "seller of wisdom." distributes free advice to all. To those who complain about the bullying of an elderly duke, man advises a loud fart. Awards: Silver Ribbon for the actress Silvana Mangano and for a supporting actor to Paolo Stoppa.

Film completo:  "L'oro di Napoli"

Critica: Totò interpreta il primo episodio del film e questo fatto lo mette di malumore, nella rivista cui era abituato il primo quadro viene assegnato al componente meno importante della compagnia, ma un colloquio con De Sica chiarisce l'equivoco.

Scriveva Lorenzo Quaglietti " [..] Il primo di cui è protagonista Totò, ci racconta la grande giornata di don Saverio [..] De Sica non si è lasciato prendere la mano dal gusto del pittoresco nemmeno avendone così propizia occasione. La fermezza con cui egli controlla e indirizza la recitazione di Totò è un'altra qualità, in somma grado apprezzabile, dell'episodio ".

E Guido Aristarco: " [..] Il vero, autentico oro è proprio [..] nel saper guidare e controllare la maturità espressiva di un Eduardo e di un Totò [..]".

De Sica riemerge di nuovo come regista nel pieno della sua forma e dei suoi mezzi. L'oro di Napoli è un film di altissima produzione, per le eccezionali qualità dell'immagine, per la sapiente scorrevolezza del flusso visivo, per la nitida delineatura dei caratteri e degli episodi, per l'assoluta unità dell'atmosfera e degli sfondi. E' talmente calibrato e perfetto che persino quasi par troppo, essendoci il rischio che l'eccellenza virtuosa non lasci talora più posto alle sbavature della vita.

Il nostro sorridente De Sica è ormai un maestro. Condensato dalla scaltra sceneggiatura di Zavattini in cinque episodi è tutto il mondo ricco, acceso, pittoresco, formicolante di Marotta che viene qui alla ribalta, sì a suo modo un carosello napoletano, solo questa volta infinitamente più genuino e sincero, senza ingredienti cosmopoliti e senza divagazioni qualunquistiche.

E' una galleria di tipi umani, colti sul vero, e proiettati in un caleidoscopico avvicendarsi di casi or comici or tragicomici nei quali passa tutta la vita familiare e popolana dei vicoli e delle rampe di San Gennaro e dell'Arenella.[...]   Filippo Sacchi, "Epoca". Milano, 2 gennaio 1955.

Inserito in un film di straordinaria fattura, teso a penetrare in profondità con l'aiuto di De Sica, Marotta e Zavattini, l'animo di Napoli, questo episodio, "Il guappo" è una gemma di valore inestimabile sia per la recitazione di de Curtis, che qui raggiunge uno dei suoi vertici assoluti, sia per la regia impeccabile di De Sica che, dirigendo questa sola e unica volta Totò, ne ha saputo evidenziare i tratti più profondi e infinitesimali della maschera comica e tragica del grande clown. Sembra essersi miracolosamente concentrata tutta la forza di un attore assolutamente insuperabile nel portare il tragico all'estremo grado di tensione fino a trasformarlo in comico e nel venare il comico la bellissima sequenza del "pazzariello" ne è un esempio dei tratti inscindibili della malinconia e della tristezza che pure l'esistenza contiene.

La recitazione di de Curtis può dividersi in due momenti, nei quali comunque è sempre presente il più assoluto autocontrollo e il più fermo dominio della mimica e del parlato.

Il primo momento è per così dire "implosivo" ed esprime non solo il rancore di Saverio Petrillo, represso per dieci anni, ma anche il violento desiderio di ribellione che non ce la fa a trovare la sua via d'uscita.

La frustrazione quotidiana cui lo costringe il compromesso, il senso di viltà provato nei confronti della moglie e dei figli per non essere mai riuscito, nel corso di dieci anni, a mettere alla porta il temuto  guappo che, giocando sull'equivoco iniziale, si è installato in casa sua come un padrone. Il secondo momento è invece "esplosivo" ed è determinato proprio da questo evento, atteso per dieci anni ed ora finalmente arrivato.

I due registri recitativi di de Curtis sono perfettamente adeguati alle due situazioni e ai due stati d'animo. Tanto giocato sui silenzi e sui movimenti lenti il primo, quanto esteriormente esibito il secondo, fino all'apoteosi volutamente esagerata del balletto dentro la stanza e sul terrazzo, nella distruzione della camera del guappo e il conseguente rovesciamento dei mobili per la strada.

Come se un vulcano spento si fosse riattivato, il pacato, cauto e silenzioso Saverio Petrillo, che sfoga il suo rancore ogni giorno grazie al mestiere di pazzariello, diventa ora un vero e proprio pazzariello, desideroso di esibirsi alla gente del caseggiato proprio nello stesso modo in cui deve fare per guadagnarsi il pane.

Lo stesso Guido Aristarco, sempre molto severo e impietoso con Totò, all'uscita del film deve ammettere «...il vero, autentico oro, è proprio (...) nel saper guidare e controllare la maturità espressiva (...) di un Totò» (Cinema Nuovo, IV, 51, 25 gennaio 1955, pag.73).

Al montaggio venne tagliato l'episodio bellissimo del "Funeralino", da un soggetto di Cesare Zavattini, mentre all'estero il film uscì senza l'episodio "Il professore", con un Eduardo delizioso maestro di saggezza napoletana esperto in varia umanità e in pernacchie, forse ritenuto al di fuori d'Italia troppo volgare e incomprensibile. Dopo "San Giovanni decollato", uscito 14 anni prima è questo il secondo ed ultimo film di Totò che ha la sceneggiatura di Cesare Zavattini.

Tratto da "Totò principe clown" di Ennio Bìspuri per gentile concessione


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