Il teatro di Totò: L'avanspettacolo 

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Tra il 1932 e il 1933 inizia a diffondersi l’avanspettacolo: una forma di spettacolo che si avvaleva di compagnie dall'organico ridotto con due spettacoli al giorno della durata di 45 minuti circa, con copioni spesso improvvisati e pesanti battute pesanti a doppio senso, costumi di poco prezzo, in piccoli teatri dove si proiettano i film di terza visione.

 

 

 

 

Totò diviene impresario e finanziatore della propria compagnia e tra il 1933 e il 1940 porta in giro per l'Italia numerosi spettacoli, anche se gli inizi non sono esaltanti e spesso gli accadeva di guadagnare meno degli attori da lui ingaggiati.



Dal 1937 quando l'avanspettacolo inizia il suo periodo d'oro, le condizione economiche per Totò finalmente migliorano. Le macchiette mimiche de "Il pazzo" , "Il chirurgo" , "Il manichino" , vengono molto apprezzate dal pubblico.

 

Ma nel 1940, proprio quando sta incominciando a rifarsi delle passate perdite economiche, l'avanspettacolo passa di moda e Totò è costretto a sciogliere la compagnia.

Nel Natale del 1940 inizia la collaborazione tra Totò e Michele Galdieri con la messa in scena della rivista "Quando meno te l'aspetti" al teatro "Quattro fontane" di Roma; lo spettacolo ottiene successi notevolissimi ed è rappresentato in tutta Italia fino al giugno del 1941.

Con Totò ci sono anche Anna Magnani, prima donna, e Mario Castellani che sarà dal quel momento la spalla teatrale e cinematografica di Totò.

 

 

 

 

La seconda rivista "Volumineide", scritta sempre da Galdieri, è voluta dall'impresario dei favolosi "spettacoli Errepi" Remigio Paone, e inizia il suo tour da Ferrara il 20 febbraio 1942. Ad essa segue "Orlando Curioso" in scena nell'inverno del 1942 che, nonostante sia un continuo sbeffeggiamento alla censura, non viene mai censurata.

 

Prima donna è Clelia Matania. Nel dicembre del 1943 la Magnani torna a lavorare con Totò in "Che ti sei messo in testa?" in scena al "Valle" di Roma. Il titolo originale sarebbe dovuto essere "Che si sono messi in testa?" ma la censura lo fa cambiare a causa di allusioni alla pretesa nazifascista di tenere soggiogati interi popoli e di conquistare il dominio sul mondo.

 

 

Una sera si sparge la voce dell'attentato ad Hitler e Totò, che adatta il copione all'attualità di quei giorni, si presenta improvvisamente in scena coi baffetti e col ciuffo incerottato e fasciato e attraversa la scena nel bel mezzo di un numero che tratta tutt'altro, e zoppicando scompare tra l'ilarità generale.

 

Quella sera stessa un colonnello tedesco, suo amico, gli confida che il mattino seguente avrebbero arrestato sia lui che i fratelli De Filippo, poiché anche loro avevano preso in giro i nazisti. Dopo aver avvertito Peppino, Totò scappa a Valmontone.

 

Dopo la liberazione Totò e Galdieri riprendono l'attività con "Con un palmo di naso" in cui Totò finalmente può mettersi nei panni di Mussolini e di Hitler.

 

 

Nel 1946 ha anche una breve parentesi all'estero, andando a recitare "Entre dos lucos" a Barcellona dove riscuote un successo così clamoroso che riceve proposte di lavoro anche dal Messico, ma decide di ritornare in Italia dove porta al successo altri spettacoli. 

 

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